Il mio 25 aprile | Giuliana Sgrena
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Il mio 25 aprile

Il 75.mo anniversario della Liberazione dal nazifascismo sarà celebrato via web, ma non sarà rituale. I valori della resistenza vanno difesi anche ai tempi del coronavirus

Il mio 25 aprile
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Giuliana Sgrena Modifica articolo

19 Aprile 2020 - 19.00


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L’isolamento dentro casa per sconfiggere il Coronavirus, come ho già detto, mi provoca una situazione di torpore: non riesco a concentrarmi per leggere o scrivere o per fare qualsiasi cosa. In questa situazione di angoscia subdola che si insinua nella quotidianità finalmente ho avuto un sussulto e a provocarlo è stato l’avvicinarsi del 25 aprile, la festa della Liberazione. Io sono nata in Ossola dove la resistenza, forse anche o soprattutto per l’esperienza della Repubblica durata solo 40 giorni, è sempre stata celebrata così come gli anniversari dei vari massacri commessi dai nazifascisti. Alla casa della resistenza di Fondotoce è stata festeggiata la mia liberazione dopo il sequestro. Sono figlia di un partigiano e anche questo conta, con lui ancora quest’anno sono andata a distribuire le tessere dell’Anpi. E proprio perché per me il 25 aprile non è mai stata una festa scontata, quando mi sono trasferita da Milano a Roma mi ha molto sorpreso il fatto che qui non ci siano le manifestazioni come a Milano, dove sono tornata in più occasioni e soprattutto nel 1994, quando fu il Manifesto a promuovere la grande manifestazione della Liberazione, mentre l’Italia entrava nel buio tunnel berlusconiano.  Oggi sappiamo che non basta la fine di Berlusconi per farci uscire dal tunnel, negli ultimi anni i rigurgiti neofascisti, un clima di sopraffazione, di violenza, di xenofobia stanno minacciando i valori della Resistenza sanciti dalla nostra Costituzione. C’è chi sostiene che la resistenza al Covid 19 ci ha fatto riscoprire il valore della solidarietà e che tutto questo ci farà risvegliare in un mondo migliore. Io non sono così ottimista.

Comunque, indubbiamente questo 25 aprile, il 75.mo anniversario della Liberazione, che non potrà essere celebrato in piazza sta creando una mobilitazione digitale importante e una visibilità sui media.

L’Anpi è una delle poche associazioni che aumenta le proprie iscrizioni e coinvolge molti giovani. Del resto, buona parte delle presentazioni del mio ultimo libro (Manifesto per la verità) sono state organizzate proprio dall’Anpi – che ringrazio – dove ho ritrovato compagni di varie esperienze politiche  che non vedevo da tempo. E poi se da tutto il mondo la solidarietà con l’Italia di fronte al Coronavirus si manifesta con versioni in tutte le lingue di Bella ciao, vorrà pur dire qualcosa!

Io mai come adesso sono alla ricerca di nuovi libri (eppure io ne ho scritto uno sull’esperienza di mio padre, novant’anni da ribelle), testimonianze, soprattutto delle donne partigiane, di tutto quello che ha segnato questa importante pagina della storia d’Italia.

Se avete materiali, testimonianze, etc…..

 

 

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