L”acquisto di Current-tv da parte della televisione satellitare qatariota al Jazeera è solo l”ultimo atto, per ora, della politica aggressiva dell” emiro Hamad bin Khalifa al Thani, al potere nel piccolo paese della penisola arabica da quando nel 1995 destituì il padre con un colpo di stato incruento. L”acquisto di Current solo ad un occhio superficiale può apparire un azzardo per conquistare quel pubblico americano che non ha apprezzato la versione inglese di al Jazeera. Nei fatti la potenza dello sceicco sta proprio nella protezione americana garantitagli per l”ospitalità data alla più grande base Usa nella regione, che, soprattutto dopo il ritiro occidentale dall”Iraq, garantirà il controllo di 27 paesi.
Il Qatar può permettersi simili manovre grazie alla ricchezza in gas (quarto esportatore mondiale) e in petrolio (diciottesimo) e la sua destrezza nel diversificare gli investimenti. Al Jazeera è stata sicuramente l”investimento più azzeccato in un mondo dove le tv dei regimi erano assolutamente inguardabili. Non che la tv del Qatar sia obiettiva, ma dà notizie e sul piano professionale è all”altezza dei media occidentali e questo è sufficiente per conquistare le masse arabe. La capacità dell”emiro qatariota è stata quella di usare tutti i mezzi a disposizione indirizzandoli in funzione di obiettivi ben definiti: con la tv in arabo ha alimentato i movimenti islamisti che fanno capo all”Arabia saudita (altro alleato americano) e (con soldi e tv) ha favorito la vittoria dei Fratelli musulmani (al Qaradawi, uno dei fondatori ha una rubrica su al Jazeera) nei paesi delle rivoluzioni arabe. Tanto che la tv del Qatar è diventata invisa ai democratici di quei paesi e infatti la credibilità e l”ascolto è molto diminuita in Nord Africa.
Nello stesso tempo la nascita della versione inglese di al Jazeera (molto diversa da quella araba) doveva conquistare il pubblico occidentale e accreditare una visione liberale dell”emiro. Che parallelamente alle tv e alla propaganda sotto forma di informazione ha costruito un impero economico: Harrods a Londra, la squadra di calcio francese Paris Saint-Germain, la sponsorizzazione del Barcellona, per citarne solo alcuni dei principali investimenti. Nella crisi attraversata dall”occidente in molti sono caduti nella rete della Qatar investment authority: Barclays, Porsche, Banco Santander, Valentino, il rigassificatore Edison di Rovigo, e tra gli hotel in Italia il Baglioni di Firenze, il Gallia di Milano e diverse proprietà in via Veneto.
In questo modo lo sceicco Hamad ha acquisito un ruolo a livello internazionale, che gli ha permesso di presentarsi come mediatore in Medio oriente, mentre in realtà ha giocato e gioca a favore dell”intervento occidentale nelle crisi più gravi, lo ha fatto in Libia, e sponsorizza i mercenari jihadisti in Siria. La tv satellitare è indispensabile per queste operazioni e se aumentano considerevolmente i fruitori negli Usa, il compito sarà facilitato. In tutto il mondo arriveranno le immagini dello sceicco, il primo personaggio arabo, in visita a Gaza, poco importa se fa affari anche con Israele, intanto ospita Meshal, il leader di Hamas che ha dovuto lasciare Damasco.
Il dubbio resta sul fatto che Current-al Jazeera potrà mantenere gli obiettivi del suo fondatore soprattutto quello di «dire la verità al potere».
il manifesto, 4 gennaio 2013‘