Il risultato delle elezioni algerine ha certamente sorpreso coloro che si aspettavano – e anche noi – un’astensione molto più alta. Sensazione che sembrava confermata nelle prime ore di apertura dei seggi, ma che si è invertita nel pomeriggio con l’affluenza numerosa di persone anziane e pochi giovani. Secondo i dati ufficiali avrebbe votato il 42,36 per cento degli aventi diritto, un dato in linea con le precedenti elezioni legislative, come pure il milione di schede nulle.
Anche il risultato non era scontato: 220 seggi al Fln che così potrà governare con il Raggruppamento nazionale democratico (il partito nato da una costola del Fln) che ha preso 68 seggi. Insieme superano ampiamente la maggioranza di 232 seggi su 462. Non hanno, come in passato, la necessità dei voti degli islamisti. L’Alleanza verde, formata dal Movimento sociale per la pace (Msp), Ennahda e Islah, ha avuto appena 48 seggi. Non è riuscita l’operazione dei Fratelli musulmani in versione algerina: il Msp aveva lasciato il governo in febbraio e aveva cercato di rifarsi un’immagine di opposizione per cavalcare l’ondata islamista egiziana e tunisina. Nemmeno l’altra lista islamista, Adala del leader radicale Djaballa, che si era staccato da Islah perché non condivideva la scelta di allearsi con il Msp, ha avuto successo, raggiungendo appena i 7 seggi. Il Fronte delle forze socialiste (Ffs), che aveva boicottato due tornate elettorali, ha ottenuto 21 seggi. Le donne elette sono 144, inferiori alla quota del 30 per cento prevista, comunque un buon numero.
Ancora una volta l’Algeria si distingue dagli altri paesi nel Nord africa. Del resto anche la “rivolta” era stata anticipata nel 1988 e ora, sebbene ci fossero tutti i motivi e le proteste siano diffuse in tutto paese, la primavera algerina è fallita. Anche perché in Algeria la “primavera” è stata la rivolta berbera.
Torniamo ai risultati. Il Msp ha gridato ai brogli – lo ha fatto a ogni elezione per aumentare il proprio peso contrattuale. Il Ffs invece ha denunciato l’uso di “denaro sporco” in queste elezioni.
Anche se molti algerini sono ancora convinti che si è trattato di una farsa, questa volta le elezioni sono state avallate, per la prima volta, da 500 osservatori internazionali. Dunque le proteste non andranno molto lontano.
Come si giustifica il successo del Fln? Probabilmente con lo stesso motivo che, alla fine, ha indotto più algerini del previsto a recarsi alle urne. Da parte del governo la campagna elettorale è stata incentrata sui pericoli che venivano dall’esterno agitando lo spettro della Libia (con intervento Nato) contro l’indipendenza dell’Algeria. E poi anche sul pericolo islamista. La presenza di molti partiti sconosciuti insieme allo storico Fln, e la paura di un ritorno al 1991 (vittoria islamista, interruzione del processo elettorale seguito da un decennio di sangue), avrebbe portato molti elettori a votare il partito storico.
Nel cinquantesimo anniversario dell’indipendenza deve aver giocato a favore del Fln anche la memoria: il ruolo giocato dal Fronte nella guerra di liberazione.