Omertà dell''Italia'

Di fronte al complotto afghano

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14 Aprile 2010 - 11.52


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Gli ultimi sviluppi lo confermano, a Laskar Gah era in atto un «complotto»: quello del governo afghano e delle forze Nato per prendere possesso dell”ospedale di Emergency ed eliminare testimoni scomodi in una zona dove il conflitto tra occupanti e occupati è sempre più accanito. Un «complotto» che ha visto la complicità del nostro governo che invece di chiedere subito la liberazione dei tre cooperanti di Emergency (come sollecita anche il Pd) prima ha seminato dubbi sull”operato dell”organizzazione umanitaria creata da Gino Strada e ora chiede l”accelerazione delle indagini! Quali indagini se le autorità afghane smentiscono se stesse in continuazione e non sono state in grado di formulare un”accusa nei confronti dei tre italiani, trattenuti oltre i limiti della stessa, poco rassicurante, giustizia afghana? L”ambasciatore italiano incaricato di seguire il caso, dopo una prima visita a Dell”Aira, Garatti e Pagani non ha nemmeno più potuto incontrarli. Incredibilmente, il governo italiano di fronte all”arroganza dell”insostenibile presidente afghano Hamid Karzai e della Nato non alza un dito. Forse non aspettava altro per regolare i conti con chi, come Emergency, è colpevole di essere sempre stata contro la guerra, contro gli eserciti che disseminano mine mutilando soprattutto bambini e di aver prestato cure a tutte le vittime di tanti orrori. Il governo italiano invece di difendere dei medici italiani, che si sono distinti per la loro professionalità in tutti i paesi più martoriati del mondo, si unisce al coro dei detrattori, di coloro che non vogliono testimoni di una guerra sempre più sporca. Quello di Lashkar Gah rappresenta un precedente pericoloso: se in luoghi di conflitto i medici non potranno più operare e i giornalisti già non ci sono più per testimoniare tutto potrà succedere nell”assoluta omertà. Oggi il ministro degli esteri Frattini dovrà riferire alla camera e al senato, speriamo che assuma una posizione più dignitosa di quella mantenuta finora. Altrimenti per tutti gli italiani sarà sempre più difficile impegnarsi in giro per il mondo in operazioni umanitarie, sarà sempre più arduo ergersi a difensori dei diritti umani e civili quando è il nostro stesso governo a ignorarli. Salvo poi vantarsi di contribuire alla ricostruzione del sistema giudiziario in Afghanistan: chi potrà più crederci, se qualcuno ci aveva mai creduto, dopo la beffa di Lashkar Gah? Forse quello che sta avvenendo è solo l”inevitabile conseguenza della partecipazione a una guerra che continua a degenerare di fronte all”impossibilità di avere il controllo del paese. La logica conseguenza dovrebbe essere il ritiro (prima di questa coalizione lo avevano fatto i britannici e anche i sovietici) ma la Nato non vuole arrendersi nel suo primo intervento fuori dai confini. Eppure la sconfitta è fin troppo evidente, nessun obiettivo stabilito è stato raggiunto: al Qaeda si va sempre più estendendo, i taleban controllano buona parte dell”Afghanistan, la coltivazione dell”oppio è sempre più fiorente ed è l”unica risorsa del paese oltre che dei signori della guerra, mentre la democrazia resterà a lungo un miraggio.’

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