Vittoria annunciata per Abdelaziz Bouteflika nelle elezioni presidenziali di giovedì scorso in Algeria. Bouteflika ha stravinto con il 90,24 per cento dei voti, secondo i dati ufficiali che hanno anche accreditato una partecipazione del 74,54 per cento degli aventi diritto al voto. A sorprendere non è tanto la percentuale «bulgara» ottenuta dal presidente uscente, che si candidava per il terzo mandato, in mancanza di concorrenti in grado di contrastarlo (al secondo posto la leader trotskista Louisa Hanoune ha ottenuto il 4,22 per cento, seguita da altri quattro candidati di facciata), ma l”affluenza al voto. Il disinteresse degli algerini di fronte a una campagna elettorale a senso unico, anche se il presidente aveva mobilitato tutti gli apparati dello stato e quelle organizzazioni della società civile che godono del sostegno statale, non lasciavano prevedere una simile partecipazione. I dati ufficiali sono fortemente contestati dall”opposizione che ha sostenuto il boicottaggio. «Si tratta di una frode massiccia», i risultati elettorali «sono stati enormemente gonfiati» ha affermato il leader del Fronte delle forze socialiste (Ffs), Nassim Fadeg, che ha annunciato una «contestazione ufficiale». «Noi abbiamo constatato un tasso di partecipazione del 18 per cento», ha aggiunto Fadeg. Il risultato del voto era già stato deciso il 12 novembre scorso quando un emendamento alla costituzione aveva permesso a Bouteflika di ricandidarsi (prima la costituzione limitava a due i mandati presidenziali). Bouteflika infatti non aveva rivali: nei primi dieci anni ha governato il paese come padre e padrone, prima ha convinto gli algerini con il suo populismo e poi ha mantenuto un consenso favorendo quei settori che costituiscono la sua base elettorale. Il resto lo ha fatto il suo discorso demagogico sulla riconciliazione nazionale, che sarà portata a compimento con una amnistia generale e che metterà una pietra sopra il sanguinoso decennio in cui i gruppi islamici armati hanno seminato decine di migliaia di vittime. L”amnistia conviene anche ai militari perché non chiede loro conto delle violazioni dei diritti umani di cui si sono resi responsabili e che hanno contribuito ad aumentare il bilancio delle brutali violenze. Per ora l”esercito, che aveva scelto Bouteflika altrimenti non sarebbe mai arrivato al potere, si mantiene dietro le quinte ed evidentemente approva la politica del presidente. L”entusiasmo per la rielezione di Bouteflika non è condiviso da molti, comprese le vittime del terrorismo che non hanno avuto nessun risarcimento. Il quotidiano indipendente algerino El Watan nel suo editoriale intitolato «Mandato a vita» sottolinea il record di longevità di potere (quindici anni) che potrebbe raggiungere il 72enne presidente rieletto portando a termine il terzo mandato. I suoi predecessori più longevi sono stati Houari Boumediene e Chadli Bendjedid, entrambi con 13 anni di presidenza. Si tratterebbe per Bouteflika di una specie di rivalsa storica visto che nel 1979 si era visto scartare dalla successione a Boumediene, di cui era stato ministro degli esteri, a favore di Chadli. Per alcuni si tratta di una rivalsa, per altri di una ironia della storia e per altri ancora, come per il leader del Raggruppamento per la cultura e la democrazia (Rcd), Said Sadi, che ha boicottato le elezioni, di «una marcia in un senso vietato della storia». L”Algeria si trova in una situazione bloccata, con l”opposizione annichilita e senza che vi sia per ora un qualsiasi cambiamento in vista.’
Bouteflika presidente a vita
Confermata vittoria annunciata per il terzo mandato
Preroll AMP
Redazione Modifica articolo
11 Aprile 2009 - 11.52
ATF AMP