ERBIL (Kurdistan iracheno)Hawlati (che vuol dire cittadino) è il principale giornale di opposizione in Kurdistan, esce due volte la settimana con una tiratura di circa 12.000 copie, che vengono tutte vendute (a 1.000 dinari iracheni, circa 70 centesimi di Euro) e permettono così la sopravvivenza del foglio. Una ventina di pagine, quattro delle quali dedicate in questi giorni alle donne, e comunque mai meno di due, afferma da capo redattrice Azhen Abdulkalik. I problemi sono molti e non è facile affrontarli senza incorrere in sanzioni, anche se questi temi sono all”ordine del giorno in parlamento. Lo scorso 24 novembre Adil Hussein è stato condannato a sei mesi di prigione per un articolo pubblicato da Hawlati l”11 aprile del 2007 in cui il medico affrontava i problemi del sesso e della omosessualità dal punto di vista scientifico. E” stato condannato in base all”articolo 403 del Codice penale che riguarda la pubblicazione di materiale ritenuto immorale. Adil è stato condannato nonostante la nuova legge sulla stampa, approvata dal parlamento kurdo lo scorso settembre, abbia abolito il carcere per il reato di diffamazione. Incontriamo Azhen Abdulkalik nella sede del giornale, nel centro di Erbil, al pian terreno vi è una piccola biblioteca, ai piani superiori la redazione. Il fatto che sia una donna in un posto di responsabilità è una eccezione, del resto lei è l”unica donna tra gli otto giornalisti della redazione nella capitale kurda, altre due lavorano a Suleimanya. Ci mostra la prima pagina dell”ultima edizione: si parla di mutilazioni genitali femminili, una delle violenze più atroci praticata sul corpo delle bambine, che ora si cerca di estirpare, anche con una legge. Sono più di 30.000 le bambine che hanno subito mutilazioni nell”ultimo anno: il 60 per cento delle ragazze tra i 4 e i 14 anni viene privata di una parte degli organi genitali con rasoi o cocci di vetro, con le conseguenze facilmente immaginabili. La media delle donne kurde infibulate è del 38 per cento, ma la percentuale è di molto superiore (62 per cento) nei villaggi della zona kurda di Kirkuk, secondo una ricerca fatta dall”ong tedesca Wadi. Parlarne apertamente è difficile, c”è chi non vuole nemmeno pronunciare la parola e si rifiuta di tradurla. Ma non Azhen, il suo giornale da tempo sta portando avanti una campagna contro l”infibulazione, che non è diffusa nel resto dell”Iraq, anche pubblicando opinioni di esponenti religiosi. In un recente articolo Bekhal abu Bakr, segretaria generale dell”Unione delle donne islamiche, ha scritto che «le mutilazioni genitali femminili non sono una pratica islamica» e che «molti dei problemi vissuti dalle donne sono il risultato di tradizioni sbagliate, che non possono essere attribuite all”islam». Hawlati si occupa di tutti i problemi sociali e anche della corruzione del governo, per questo finisce spesso sui banchi della giustizia. Il giornale è stato perseguito 35 volte per aver pubblicato inchieste sulla corruzione. Ma i giornalisti del giornale non si lasciano intimidire.’
Kurdistan, infibulazione in prima pagina
Su Hawlati (giornale di opposizione)
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11 Dicembre 2008 - 11.52
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