Le due suore italiane rapite nella notte tra domenica e lunedì in un piccolo villaggio keniano, el Wak, al confine, incontrollato, con la Somalia sarebbero state portate in territorio somalo dai loro rapitori. Dalla Somalia, da Garbahaarey, a circa 180 chilometri dal confine, una zona sotto il controllo degli integralisti islamici sarebbero infatti arrivati i rapitori, una banda consistente di 40-50 uomini. Suor Caterina Giraudo e suor Maria Teresa Olivero, le due missionarie rapite, operavano in Kenya da decenni, ma la loro opera non è stata sufficiente per metterle al riparo dai banditi. Del resto i rapimenti sono all”ordine del giorno in Somalia: giornalisti, lavoratori umanitari e altri operatori finiscono nelle mani di bande che cercano di ottenere in cambio della loro liberazione una lauta ricompensa. Speriamo almeno che sia così anche in questo caso.«Stiamo cercando le suore e i banditi dalla notte scorsa, ma di loro nessuna traccia», ha riferito Hussein Sheikh Hassan, amministratore di el Wak, che ha chiesto la colloborazione del governo di Nairobi per coordinare le ricerche. Un”impresa ardua, i rapitori erano entrati nel villaggio mettendolo a ferro e fuoco e tirando sassi alla polizia, poi erano fuggiti. Nell”inferno somalo sarà arduo trovarli. Le sue suore non sono gli unici ostaggi nelle mani di rapitori: la settimana scorsa quattro operatori umanitari europei e due piloti keniani sono stati rapiti nel centro della Somalia e sarebbero stati portati successivamente a Mogadiscio. Altri finiscono peggio. Domenica è stato ucciso un somalo che dirigeva la sede dell”americana Mercy corps charity a Jamame, a nord di Chisimaio, sotto il controllo delle Corti islamiche. Gli islamisti sono accusati dell”assassinio del vicesindaco di Baidoa, la capitale provvisoria dove è ospitata la sede del parlamento federale ad interim. Ma cento deputati somali sono rimasti a Nairobi, dove hanno partecipato a una conferenza regionale, perché nessuno ha pagato loro il viaggio di ritorno in Somalia.Chi sono gli autori di rapimenti e assassinii? C”è chi accusa gli islamisti e chi il Governo federale di transizione per screditare gli islamisti. Quel che è certo è che le bande armate, da sempre numerose in Somalia, si sono moltiplicate negli ultimi tempi. Il processo di pace finanziato dalla comunità internazionale tra il 2002 e il 2004, aveva portato alla formazione del Governo federale di transizione che non ha mai governato realmente il paese, nemmeno l”intervento militare dell”Etiopia in suo appoggio è servito. A contendere il potere sono soprattutto i gruppi islamisti. Recentemente a Gibuti si è tenuta una conferenza di pace alla quale hanno partecipato, oltre al governo, l”Unione delle corti islamiche e l”Allenaza per la ri-liberazione della Somalia, con base a l”Asmara. L”accordo prevedeva un cessate il fuoco a partire dal 5 novembre e il ritiro delle truppe etiopi dal 21 novembre. Nonostante gli accordi tuttavia la sua applicazione è resa difficile dalle diffidenze e soprattutto dalle distanze dagli accordi prese da alcuni gruppi come al Shabab che controlla Chisimaio. Inoltre la prospettiva del ritiro degli etiopi – costretti a ritirarsi dalla Somalia anche dalle pressioni interne – ha scatenato gli interessi tribali e clanici, che combattono gli uni contro gli altri per garantirsi il controllo di un pezzo di Somalia. Venuto a cadere il collante anti-etiope si assiste a una forte ideologizzazione dei vari gruppi islamisti che fanno riferimento a tre orientamenti: islamismo globale, islamismo nazionalista e islamismo plurale. Tutte queste tendenze trovano una loro rappresentanza nel movimento delle corti islamiche. L”obiettivo comune è la costituzione di uno stato islamico basato sulla sharia. L”ala più estrema è rappresentata da al Shabab, che si autodefinisce salafita-jihadista e che a metà settembre aveva annunciato la costituzione dell”Emirato islamico della Somalia. Più che verso la costituzione di cantoni in Somalia ci si sta avviando verso i califfati. Un”altra sfida per Obama oltre a quelle irachena e afghana. In Somalia gli Usa non hanno più osato mettere piede dopo l”ingloriosa esperienza di Restore Hope. Ora anche questa patata bollente è finita nelle mani del generale Petraeus. ‘
Gli ostaggi scomparsi nell''inferno somalo'
Le suore rapite in Kenya sarebbero in Somalia
Preroll AMP
Redazione Modifica articolo
12 Novembre 2008 - 11.52
ATF AMP