Per uscire da Algeri ci sono ancora numerosi posti di blocco, segno del timore di nuovi attacchi dei gruppi armati. Anche sull”autostrada che conduce a Blida e all”entrata di Boufarik, a trenta chilometri dalla capiatale, spesso incontriamo mezzi militari. La centrale elettrica, obiettivo mancato di un camion bomba che comunque aveva provocato numerosi morti, lo scorso agosto, è ora circondata da un muro di cinta (ancora in costruzione), da filo spinato e sorvegliata dall”esercito. Oltrepassatala, si arriva al ponte di accesso a Boufarik, appena risistemato dopo essere stato anch”esso obiettivo di una bomba.Ritorno nelle stradeLa cittadina, nota per la produzione delle migliori arance d”Algeria, sembra aver ripreso la vita dopo mesi di terrore che aveva ridotto i cittadini a ostaggi dei gruppi armati. Ogni attività normale era vietata, persino fumare. Dalle sei di sera nessuno usciva più di casa. Questo non aveva impedito un vero massacro, decine di persone uccise, anche donne e bambini, e nel modo più atroce. Ora sulla strada si vendono cassette di arance, mentre nel centro della cittadina il mercato ha un aspetto quasi normale. Le numerose bandiere sono il segno delle recenti elezioni.La sorpresa è che anche qui la gente (il 65) è andata a votare, nonostante la minaccia dei gruppi armati che alla fine si erano però arresi all”evidenza, indicando in Nahnah il loro candidato. Per normalità qui si intende il poter uscire di casa, anche se tutte le donne sono velate e le eccezioni sono veramente rare.La circolazione nella città è a senso obbligato, molte strade sono state chiuse da bidoni di cemento e ogni incrocio è controllato o dalla gendarmeria o dalla polizia o dalle guardie comunali. Vestite di blu, le “guardie comunali” si riconoscono perché hanno fucili a pompa e non kalashnikov e pistole come la polizia. Un vecchio corpo sciolto dall”allora presidente Chadli e resuscitato circa un anno fa per far fronte alla situazione. Hanno la loro sede vicino al comune che è avvicinabile solo a piedi, tutto intorno un cordone di sbarramenti impedisce ad ogni mezzo di avvicinarsi.Nella stanza spoglia è rimasto appeso alla parete un manifesto elettorale di Zeroual e in una bacheca insieme alle indicazioni di servizio l”elenco delle guardie cadute negli scontro con gli integralisti, una decina. Il corpo delle guardie è composto di soli volontari, anche se pagati (circa 10.000 dinari al mese equivalenti a circa 300.000 lire). Sono uomini di tutte le età, ci sono giovani e vecchi moujahidin.A Boufarik sono circa 35, ma non sono gli unici a garantire la sicurezza, le porte di entrata alla città sono controllate da giovani dei quartieri che agiscono in borghese ma sono armati, hanno seguito un corso di addestramento accelerato, dicono. E aggiungono: “Questi controlli sono più efficaci perché controllando il proprio quartiere si conoscono tutti e appena si avvicina un estraneo si nota”. Sono circa 500 giovani, tra i 18 e i 30 anni, tutti volontari e non pagati, anche se tra di loro ci sono operai che hanno avuto un distaccamento dal proprio lavoro.Scontri armatiVengono chiamati i “patrioti” e anche tra di loro ci sono state perdite, anche se forse meno di quelle dei gruppi armati, colti di sorpresa, soprattutto i primi tempi. Qualcuno ricorda che i gruppi armati avevano occupato anche alcuni edifici della cittadina, costruendovi alcuni nascondigli: “Quando li circondammo, intimammo la resa, se non volevano che attaccassimo. Una cinquantina si sono arresi e li abbiamo consegnati alla giustizia, una trentina sono stati uccisi”, affermano senza imbarazzo.E aggiungono che negli ultimi tempi c”è stato anche chi si è consegnato spontaneamente, come sta avvenendo anche in altre zone, soprattutto dopo le elezioni. Anche qui è stato Zeroual a fare il pieno di voti (20.616), seguito dall”islamista Nahnah (4.016) e da Sadi (poco più di 2.000), l”opposizione di sinistra. Le guardie vorrebbero parlare anche dei risultati elettorali, se non arrivasse il brigadiere della gendarmeria, per richiamarli all”ordine: “Non si rilasciano dichiarazioni”.All”uscita della città i soliti blocchi stradali, fermano anche la nostra macchina, pensiamo ad un solito controllo e invece il poliziotto si rivolge perentorio all”autista, le donne devono sedere dietro non possono stare davanti con gli uomini. Questa è la legge. Anche questo è Boufarik.’
Le arance di Boufarik
Restano molti posti di blocco di esercito e polizia. I controlli sono affidati anche a corpi speciali di volontari
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21 Novembre 1995 - 11.52
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